480MW

la potenza installata in Nigeria

350MW

la potenza installata in Congo

40%

la popolazione di Pointe Noire servita

Repubblica del Congo>

Nella Repubblica del Congo, l’acquisizione nel 2007 del campo onshore di M’Boundi ha permesso ad eni di sviluppare un modello di accesso all’energia su larga scala. Oltre alla Centrale Elettrica di Djeno (CED) raddoppiata nel 2009 da 25 a 50 MW, eni ha realizzato nel 2010 la Centrale Elettrica del Congo (CEC) con una capacità installata di 300 MW. Entrambe le centrali congolesi sono alimentate dal gas proveniente dal campo di M’Boundi e sono state inserite all’interno di un programma che prevede anche il rinnovamento e la ricostruzione della rete nazionale ad alta tensione tra Pointe Noire e Brazzaville (550 km) e lo sviluppo della rete di distribuzione di energia elettrica all’interno della città di Pointe Noire. Oggi la città di Pointe Noire è alimentata interamente dalla potenza proveniente dalla centrale CEC, mentre la potenza supplementare non utilizzata a Pointe Noire è inviata verso Brazzaville attraverso la rete ad alta tensione modernizzata. Il progetto eni ha permesso la capillarizzazione della distribuzione di energia elettrica e l’illuminazione stradale a Pointe Noire. Negli ultimi tre anni, la richiesta di potenza elettrica nella città è aumentata di oltre il 60%, passando da 80 a 130 MW; il progetto ha consentito di servire un’area abitata di circa 350.000 persone, ovvero il 40% della popolazione della città, e di installare oltre 6.500 punti luce lungo la viabilità urbana. Più in generale, le 2 centrali sopra citate costituiscono ad oggi circa il 60% della capacità installata in Congo; il potenziale della sola CEC sarebbe in grado attualmente di soddisfare la richiesta di consumo medio giornaliero del Paese.

Inoltre, nel 2013 è stato finalizzato un nuovo progetto di gas valorization nel campo di Kouakouala (area M’Boundi), che permette, attraverso un sistema di generatori che fornisce elettricità a due villaggi, situati nelle vicinanze del campo, di alimentare le pompe dei pozzi d’acqua, le scuole, i centri sanitari e l’illuminazione pubblica.

A questi interventi, si affianca in modo più articolato il Progetto Integrato Hinda (PIH), volto a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni della zona di M’Boundi, tramite interventi integrati in quattro settori: l’educazione, la salute, l’accesso all’acqua potabile e l’agricoltura.

Fornire accesso all’energia è un prerequisito chiave per l’efficacia degli interventi in seno al progetto PIH, per questo motivo sono stati inclusi interventi di elettrificazione trasversali a tutti i settori, che migliorano efficacia e fruibilità dei risultati del progetto. Nel 2013 è stata portata a termine la riabilitazione/costruzione di sei sistemi per la fornitura di acqua potabile, alimentati attraverso l’installazione di pannelli solari e generatori diesel. Inoltre, sono stati completati i lavori per dotare altre tre scuole all’interno dell’area di progetto, di un sistema di fornitura di energia elettrica alimentato con pannelli solari. Il dispositivo sarà ottimizzato associando i pannelli solari ad accumulatori di energia in modo da aumentare la capacità di stoccaggio di energia e l’utilizzo dei servizi anche durante le ore dopo il tramonto. Questi interventi a livello infrastrutturale favoriscono il miglioramento della qualità dei servizi scolastici erogati. L’elettrificazione di una scuola rurale contribuisce all’aumento di corsi scolastici serali, rende le scuole in aree remote più accessibili e attraenti per gli insegnanti, permette l’utilizzo dei computer e di internet. Il numero di scuole totale da riabilitare previsto dal progetto è pari a 10.