Sulla base di criteri scientifici e delle migliori pratiche di conservazione della biodiversità, la mappatura è effettuata considerando un’area di influenza attorno ai siti sufficientemente ampia da includere gli impatti primari, secondari e cumulativi potenzialmente associati alle realtà operative. Il 17% dei siti operativi sono stati identificati come prioritari per la loro vicinanza ad aree ad alto valore di biodiversità. L’obiettivo fissato è di aumentare del 20% il numero di questi siti che sono dotati di un piano d’azione ad hoc per la biodiversità. Nell’ambito della mappatura dei siti nelle aree a stress idrico, eni continua ad applicare il Global Water Tool for Oil&Gas sviluppato dal World Business Council for Sustainable Development e IPIECA contribuendo ad identificare i siti sui quali applicare l’analisi di dettaglio e sviluppare un water management plan. Analogamente eni promuove una gestione efficiente della risorsa idrica soprattutto nelle aree a stress idrico e il mantenimento e miglioramento degli ecosistemi acquatici, attraverso la minimizzazione degli impatti in termini quali-quantitativi delle proprie attività e la definizione di target di riduzione per i siti ad alto consumo. In particolare eni prevede di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 3% dei consumi di acqua dolce in aree a stress idrico nei tre siti Bir Rebaa Nord, Menzel Lejmet Est e Abu Rudeis rispettivamente i primi due in Algeria e l’ultimo in Egitto.

Ad oggi meno del 20% degli impianti di produzione di idrocarburi è situato in zone ad elevato stress idrico. Le azioni di mitigazione ai fini della gestione sostenibile delle risorse idriche comprendono la protezione degli ecosistemi, la cooperazione con gli altri soggetti pubblici e privati, la gestione del rischio connesso alle eventuali alluvioni o siccità, un uso minimo dell’acqua potabile anche in funzione delle esigenze delle comunità locali e la gestione virtuosa dei reflui. Vengono inoltre identificati e sostituiti materiali, processi e fornitori o gruppi merce ad elevato consumo di acqua.

eni promuove una gestione efficiente della risorsa idrica soprattutto nelle aree a stress idrico.

-61%

di emissioni di SO2 negli ultimi 4 anni nella raffinazione

-740t/anno

di emissioni di SO2 nei prossimi anni nella raffinazione

Downstream>

Il settore downstream è caratterizzato dalla presenza di attività diversificate in ambito europeo: le attività di raffinazione, della chimica e di generazione elettrica. Il mantenimento e il rafforzamento delle attività in Europa, in controtendenza rispetto al settore, ha determinato un massiccio investimento nelle migliori tecnologie, anche dal punto di vista ambientale.

Il settore della raffinazione ha sviluppato misure per la riduzione delle emissioni di SO2 pur strutturando parte degli asset per la lavorazione specifica di greggi pesanti. La raffinazione di eni è attrezzata per produrre solo carburanti di qualità, con contenuti di zolfo inferiori ai 10 ppm. Il settore della raffinazione ha ridotto negli ultimi quattro anni le sue emissioni di SO2 del 61% (in termini di emissioni assolute) e del 53% (in termini di indice di emissione per unità di prodotto lavorato) e ha l’obiettivo di ridurre nei prossimi anni le emissioni di ulteriori 740 t/anno. Inoltre la produzione di carburanti di qualità e più efficienti riduce notevolmente l’emissione di inquinanti del cliente finale, garantendo un minore impatto nel ciclo di vita complessivo del prodotto.


In quest’ottica rientrano anche la riconversione della raffineria di Gela e la nuova bioraffineria di Venezia.