L’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro, intesa non solo come opportunità di accesso a forme di impiego remunerato, ma soprattutto come possibilità di sviluppo professionale, è prerequisito dell’emancipazione femminile anche all’interno delle istituzioni democratiche e nella società in generale. In linea con questa visione si pone anche il processo di definizione degli SDGs, e molti possibili target hanno come oggetto proprio la parità di genere, con declinazioni che riguardano la sfera pubblica e privata.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la valorizzazione delle donne nei percorsi di carriera, incluse le cariche sociali delle imprese.
Il rapporto CONSOB “On Corporate Governance of Italian listed Companies” del novembre 2013 mostra che a quella data il 17% dei posti di consigliere fosse ricoperto da donne (a fine 2011 erano il 7,4%)1, un dato che avvicina il Paese alle medie europee, ad esempio alla Francia (22%)2.
Questi numeri sono il risultato della legge 120/2011 che ha introdotto in Italia l’obbligo temporaneo di rispettare un’equa rappresentanza di genere nei Consigli di Amministrazione e Collegi Sindacali delle società quotate e partecipate pubbliche, ma sono anche il frutto dell’impegno delle aziende, che hanno colto l’occasione della nuova norma per investire in un rinnovamento delle proprie cariche sociali improntato alla valorizzazione del merito e delle competenze, a beneficio delle imprese stesse e del Paese.
(1) CONSOB, Report on Corporate Governance of Italian Listed Companies, 2013.
(2) European Commission, Women in Economic Decision Making in the EU, 2012.
Nel corso del 2013 eni ha confermato l’impegno volto a incrementare le quote di genere nell’ambito degli organi sociali delle proprie società controllate.
La sensibilizzazione sul tema e il governo delle azioni correlate hanno consentito di anticipare di un anno il raggiungimento degli obiettivi posti dalla normativa. Per quanto riguarda le società controllate estere, le nomine nei consigli di amministrazione hanno mantenuto l’obiettivo di tendere al raggiungimento di 1/5 di presenza femminile nelle realtà in cui non siano presenti vincoli normativi e specificità locali. Nell’ambito di tale perimetro, a fronte di una presenza femminile del 11,2%, raggiunta nel 2013 sul totale delle cariche, le sole cariche di competenza eni interessate da nomine nel corso dell’anno sono state il 25,84%. È stato inoltre progettato e avviato un prototipo di cruscotto di monitoraggio della diversificazione dei componenti degli organi di amministrazione delle società controllate di eni che è finalizzato all’estrazione degli indicatori di diversity all’interno dei board (genere, esperienza, nazionalità, formazione).