Il contributo di eni al tema del lavoro nella prospettiva degli obiettivi di sviluppo sostenibile globale, si declina proprio in questi termini: garantire un lavoro qualificato, equamente retribuito, caratterizzato da alti standard di sicurezza che, privilegiando le assunzioni di persone locali, è anche in grado di contribuire allo sviluppo economico e sociale dei territori in cui opera.
Nei contesti aziendali dove si sono resi necessari processi di ottimizzazione del business, il sistema partecipativo di relazioni industriali ha rappresentato una leva fondamentale per gestire efficacemente i processi di riorganizzazione che hanno interessato l’azienda. A tale riguardo, attraverso un’intensa attività di consultazione e confronto con le organizzazioni sindacali, nel corso del 2013 sono state prodotte intese volte a supportare e favorire i processi di efficienza degli assetti organizzativi e produttivi di siti industriali di eni in difficoltà. L’accordo di febbraio 2013 sottoscritto per lo stabilimento petrolchimico di Assemini ha consentito la riqualificazione degli asset, attuando contestualmente un piano di riconversione professionale delle risorse interessate. Anche l’accordo sul progetto di riqualificazione dello stabilimento petrolchimico di Priolo siglato nel mese di marzo 2013 ha utilizzato quali leve per rilanciare la competitività dell’impresa, il ricorso alla flessibilità organizzativa, alla flessibilità dell’orario di lavoro e la polivalenza operativa necessaria per garantire la collocazione delle risorse in funzione delle specifiche necessità contingenti anche attraverso momenti di formazione specifica.
Un’intensa attività di consultazione e confronto con le organizzazioni sindacali ha supportato i processi di efficienza degli assetti organizzativi e produttivi di siti industriali di eni in difficoltà.
L’accordo sulla riconversione industriale della Raffineria di Gela, siglato nel mese di luglio 2013, interviene in una fase in cui l’industria della raffinazione attraversa una profonda crisi strutturale che ha prodotto, tra l’altro, anche in Italia un forte calo della domanda dei prodotti petroliferi e una contrazione dei margini di raffinazione ai minimi storici.
A Gela queste criticità hanno comportato la necessità di rivedere il modello industriale applicato nel sito al fine di avviare un piano di rilancio della raffineria con l’obiettivo di recuperare competitività e, quindi, porre le condizioni per una raffineria economicamente solida, più ecocompatibile ed attenta al territorio. Tale piano verrà sviluppato sia garantendo la valorizzazione delle professionalità presenti su Gela attraverso lo sviluppo di nuove iniziative di carattere industriale e lo sviluppo del centro di formazione e team qualificati per la sicurezza, attività di decommissioning e realizzazione di nuovi investimenti, bonifiche impianti e suoli sia utilizzando ricollocazioni nel circuito eni e strumenti di ammortizzazione sociale in grado di attenuare gli impatti sulle risorse interessate.