Nuove frontiere: deepwater, Artico e unconventional

La necessità di soddisfare il fabbisogno di energia mondiale ha aperto l’esplorazione e la coltivazione petrolifera anche a zone particolarmente remote o a giacimenti caratterizzati da difficili condizioni come alta temperatura e pressione o alta concentrazione di zolfo o altri composti.

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eni pur avendo ad oggi una limitata esposizione, è in grado di operare ai massimi livelli in termini di sicurezza grazie all’adozione di oltre 20 tecnologie proprietarie, alla presenza di doppi blow out preventer, alla gestione in remoto delle perforazioni e al know how aziendale.

eni prevede di aumentare la produzione operata in questo tipo di giacimenti nel prossimi anni.

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L’Artico rappresenta per eni, come per tutte le altre compagnie petrolifere, un’importante sfida tecnologica e gestionale.

Quest’area offre la possibilità di esplorare risorse minerarie localizzate però in zone sensibili e remote che rendono necessario un maggiore impegno in termini di sicurezza con una attenta analisi dei rischi, l’impiego di tecnologie all’avanguardia e la selezione di personale altamente specializzato.

eni opera nel Mare di Barents (russo e norvegese) e in Alaska dove applica le migliori tecniche disponibili del settore.

In particolare per lo sviluppo del giacimento Goliat, nel mar di Barents norvegese, che entrerà in produzione a fine 2014, sono state sviluppate soluzioni ingegneristiche completamente nuove per far fronte alle condizioni estreme che caratterizzano l’area (il clima particolarmente rigido, l’oscurità per periodi prolungati, le difficoltà di comunicazione, il fragile ecosistema locale e le esigenze specifiche delle comunità locali).

La FPSO, che ha possibilità di stoccaggio fino a 1 milione di barili di petrolio, sarà alimentata per metà del fabbisogno da energia elettrica dalla terraferma, grazie all’installazione del più lungo cavo sottomarino al mondo di questo genere: questa soluzione ridurrà del 50% le emissioni di CO2. Il gas associato e le acque di produzione saranno reiniettate in giacimento minimizzando le emissioni in atmosfera e nell’ambiente marino. L’approccio di eni alle attività nell’Artico comprende i seguenti punti fondamentali:

  • la conduzione di attività solo nelle zone offshore “ice free” con il controllo satellitare della presenza di iceberg e il monitoraggio in remoto di ogni attività di perforazione;
  • la condizione di operare nei soli periodi dell’anno in cui è minimizzato l’effetto sull’habitat marino (in particolare sui mammiferi) e siano garantite le modalità sito specifiche di conservazione della biodiversità;