Il dialogo con le ONG sul fenomeno degli oil spill in Nigeria.

Il tema della gestione degli eventi di oil spill è da alcuni anni oggetto di analisi da parte di numerose ONG internazionali e locali. Questo interesse è cresciuto dopo la pubblicazione nel 2011 di un report UNEP sulla contaminazione da idrocarburi dell’area di Ogoniland in Nigeria (nella quale eni non è presente come operatore).

Il rapporto di Chatham House “Nigeria’s Criminal Crude: International Options to Combat the Export of Stolen Oil” del settembre 2013 riporta un dato di bunkering (furto di petrolio) pari a 100.000 barili/giorno riferito al 1° trimestre 2013. Inoltre, lo stesso rapporto stima una perdita annua dovuta a queste azioni tra i 3 e gli 8 miliardi di dollari. Nel marzo 2013 eni ha decretato lo stato di forza maggiore e disposto la chiusura di tutte le attività onshore della cosiddetta Swamp Area, situata nello stato di Bayelsa in Nigeria. La decisione è stata presa a causa dell’intensificarsi dei fenomeni di bunkering, ossia del sabotaggio degli oleodotti con relativo trafugamento del greggio, che negli ultimi tempi ha raggiunto livelli non più sostenibili sia da un punto di vista dell’incolumità delle persone sia per i danni che tale attività sta arrecando all’ambiente. Nel corso del 2013 Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto (“Bad information”), relativo agli oil spill connessi alle attività delle aziende del settore Oil&Gas che operano in Nigeria, tra le quali eni. Come per il precedente documento pubblicato nel giugno 2009 (“Petroleum, Pollution and Poverty in the Niger Delta”) eni ha collaborato con la ONG fornendo indicazioni e risposte a richieste puntuali richiamate nel documento.

eni ribadisce la tempestività di intervento in ogni caso di oil spill, la rigorosa analisi delle cause (per oltre il 90% dovute a sabotaggi nel 2013), condivise direttamente sul sito con tutti gli stakeholder interessati, incluse le Autorità competenti e i rappresentanti delle comunità.

All’inizio del 2014 eni, attraverso la consociata NAOC che opera nel Paese, ha lanciato un sito web dedicato alle tematiche di sostenibilità su cui sono disponibili le informazioni e i dati relativi agli oil spill, alle emissioni da flaring e una sintesi degli studi di impatto effettuati.